domenica 20 aprile 2008

Perche noi allora ti volevamo bene...

Il titolo è una citazione estemporanea
dei geni che mi circondano.
A volte riesco a cogliere delleperle di nefandezza
anche al volo.

http://youtube.com/watch?v=5AetpvPofB8&feature=related


E' incredibile quanto spesso non si riesca a fare a meno di credere
di aver bisogno di capire.
Invece non servirebbe neppure credere.
Che si impazzisce,
ci s'increspa inaspettatamente.
Si fanno cose solo pensate,
temute tempo fa,
in una dimensione che adesso pare remota.
Ed è ancor più incredibile la purezza folle nella quale si è
immersi
nello squarciare l'iperuranio sporco dei proprii pensieri "sudici"
umani,
indipendentemente dall'ambito al quale appartengono,
e realizzarli.
Sconcertati nel tastare come l'unico limite che ci separava da ciò fosse una nostra spinta,
subdola morale.
Finta.
L'unica verità
zozza
era il fatto che quello schifo di cozzaglia di regole
si fregiasse del titolo di "etica".


Anni fa il mio primo ragazzo
mi regalò un libro,
era di Anais Nin.
La capacità di correre con i tacchi-
come fossero parte di lei-
nella sua vita
su un tappeto di esperienze
spesso
dalla forma maschile,
mi lasciò ammirata
e mi spinse a scansare il velo,
a tratti pesante paramento di velluto,
di quello che stà aldilà.
Aveva avuto ,o stesso effetto di quando mio nonno da piccola mi regalava i libri di storia dell'arte.
Modigliani,
Schiele,
Klee,
Mucha.
Una serratura mi aveva spegato con lo sguardo sullesue virgole
che ero io lachiave.
Che la risposta ala vita-
mia-
la conoscevo già a sei anni.
Quando non peccavo
non picchiavo
perchè non era giusto.
Perchèpotevo fare male.
Mentre io soldato
dovevo solosopportare.
(Ai tempi non conoscevo ancora
lepotenzialità
della testiera del letto.)

A. l'ho sentita definire porca,
depravata
da donne ignoranti che si privavano volentieri della fatica di criticarla conoscendone meriti e non.
Neppure sapevano altro dilei.
Tutto a conferma del fatto che il pregiudizio basta e avanza.
Impegante a non avere il coraggio di schierarsi,
di ammirarla,
di far funzionare il cervello.

E invece a me,
nella mia normale casa a chiocciola,
ha cambiato la vita.

Forse perchè non ci penso nemmerno più a "Dio".

(Non potrei neppure essere stata un'iconoclasta ai tempi che furono
se non un soldato grezzo che scaglia la sua rabbia sull' equivalente
di allora di un cartellone elettorale odierno.
Solo che ora nelle chiese non cisono-
ancora-
altari per i devoti della rosa camuna.)

E dopo questo ho chiuso il libro.
Ho chiuso la finta etica
ho chiuso con i colori in tubetto
già fatti.
Ho sporcato tutto.
Ho mischiato.
Ho raschiato gli incavi delle braccia.

E anche adesso
che ho l'umore di una seduta sul ciglio di un'autostrada messicana
senza soldi e senza benzina,
sudata e puzzolente,
ma non il suo tempo ahimè.

grazie a quella manciata di pagine
ho capito che l'energia e/o l'apatia snoo sempre in agguato.
Che salgono,
scendono.
si mischiano come i tasti dellalettera 32 olivetti.
Che bisogna avere il coraggio
di non preoccuparsi di reggere il pregiudizio.
E qua parlo del proprio su di sè.

Che ce la si fa.
Ma a volte no.

Che è meglio smettere di leggere spesso,
di pensare,
di ascoltare.
Di credere che esistano dei fili che muovono,
grazie alle nostre azioni,
ai nostri meriti.

Io non sono niente di già scritto.

No.

Non sono domande da fare
"da dove vengo"
"sarà corretto"
"perchè?".

Nemmeno a Dio.
dio.
Che si sarà anche ragionevolmente rotto i coglioni credo,
di 'sti quesiti idioti.

Perchèci ho pensato spesso quando ero piccola:
ma uno che lavora in ufficio mica lo chiederebbe alsuo capo da dove vieneno?
allora perchè deve rompere i coglioni a dioco' sti dubbi?

Sono stata fortunata.
Da subito l' ho capito invece io.
Che le risposte non ci sono.
E chemi piace Anais.

ps:senza ieri notte mi sarebbe mancata lagrinta.
grazie m.of disaster

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