giovedì 22 ottobre 2009

---octopussy foggy---p_arty. one

In questo umido e violaceo venerdì,
annuncio
Urbi, SUBurbi et Orbi
che il mio disegno
"Nothing's impossible"
parte di CARNE_ADE


è stato selezionato tra le 50 opere di pittura del Celeste Prize International

Buy the catalogue!
Mantenete aggiornata la vostra libreria!

I ciccioni lottanti sono destinati a dominare il mondo!!!




mercoledì 7 ottobre 2009

Il letargo del senno




Perchè mi hai svegliato a fine settembre, eh?

Me lo dici perchè?


Perchè non ci sono cavoli nè santi da imprecare,

perchè la fantasia non riesce a comprendere nemmeno un decimo delle bestemmie che si meriterebbero certi nuvoloni sul capo?


E' insopportabile quest'aria.

Non la fende nemmeno la musica.


Avrei bisogno di svariate ore al giorno

per liberarmi

da quello che mi pesa,

costantemente addosso.


Sono risposte che non so ignorare.

Come l'aiuto che è sempre più difficile

da chiedere.

Unitamente alla sua negazione.


Mi sento come non avessi più denti da stringere.

Nè unghie da crescere,

se non per spalmarci uno smalto di un colore dozzinale e stupido.


Ho sempre avuto paura nella vita quando mi sono mancate

ironia

e tolleranza.


E' la situazione anticamera di un sogno verso mattina.

Che non risparmia nessuna zona protetta.


Da madre vorrei proteggere il mio pargolo,

che sembra non respirare per fatica nel sostenere il mio sguardo vacuo,

dal terrore insignificante.


Hai fatto il possibile anche oggi per prepararlo a domani?


Hai sparso il veleno per le formiche che gli camminerebbero volentieri costantemente addosso?


Sei stata sufficientemente brava nel nasconderti

le mani che vorresti?

Il sole e il vento che dimentichi continuamente esistano?


Hai rimandato ad hoc quello che ti garantisce Damocle?


E' troppa un'ora.


Lunga giorni.



E' troppa una torta intera per una persona sola.


Non mi ricordo più chi diceva che certi segreti vanno confidati

perchè un cuore solo non li può contenere.


Io credo la morte sia uno di questi.




giovedì 1 ottobre 2009

Il fumo del giovedì pazzo





Niente.

Mi stropiccio ma non serve,

mi scotto solo di più senza svegliarmi.

Mi hanno lasciato la ribalta,

dopo un bel repulisti di candeggina.

E sono sola in mutande,

con la sinusite e una maglia troppo grande.
E troppi fili...
troppe traparenze.

Per giunta in testa ho la parrucca dei miei capelli di qualche anno fa.

solo sbiaditi nei pigmenti e nella forma.

Vorrei ci fosse solo lei.



Sono afona,

di naso e di corpo.

E' pungente quella che dovrebbe essere una puzza,
di disinfettante,
di ospedale.
Le recite dei matti.
Nè di varechina
nè di letti poco puliti.

ma non ne riconosco l'odore.


Urlo a

nessuno,

come un ciclope fatalmente credulone,

muta


ma

sento solo qualche colpo di scopa,

lontano.


Le pulizie.


Fa freddo da oggi.

Non le pare signora?

Ma ovviamente non mi sente.


Però risponde:

faticando lo si sente meno

si dice.


E funziona.


Fino al traguardo,

raggiunto stancamente,

il giorno prima della maratona,

il cui solo pensiero non vale più di niente.


Non so se sia vendetta,

non so se sfinimento.


Mi tremano le ginocchia.

Per niente.


In fondo sono già stata Cassandra,

Medea,

Giulietta

e Desdemona.


Mi adroato pubblico vuoto,

abbiate pazienza poltrone,

non riesco a parlare,

nè a recitare.


Raccolgo tutte le ciocche che inizio a perdere copiose.

E torno a un sogno.


Dal fumo,
da dentro.