lunedì 30 maggio 2011

senza chiavi nella toppa

IL bordo delle orme di questo sogno all'aroma di carne bruciata,
il rumore delle forchette mentre scorri l'interno delle gambe
il rumore costruito del cotone liscio al salnitro orizzontale,
sommessamente interno durante l'occulto delle ore.

Se mi giro è solo un fazzoletto azzurro per pulirmi le labbra,
ma non mi serve, lo guardo, lo abbraccio questo affitto di gioia lungo un anno,
tre rampe di scale che valgono anni di attesa tutta sui gomiti
di rame cotto e sagomato,
di tende e virgole
di carta velina e attese.

La suola un poco smangiata, i post it senza frigo,
i mui con le proiezioni di disegni che sanno dalla nascita di precariato
sono ali di trilly sui sospiri,
le sveglie infami, le corse a caracollo che la sera c'è il sacco da portare giù.

che non sai chi sono i vicini e t'immagini la luce che gli illumina i piatti mentre scolano
perchè gli stai augurando la stessa scarna e onesta felicità che respiri
mentre ti vesti al volo
prima della prossima camminata verso la scrivania,
il treno, il biglietto
il giovedì tremante e pieno.

E il resto,
lo scotch di carta ripieno di peli
del mese prima,
dei contatti vecchi,
che non hanno perso la pelle,
la scorza,
la fame di dischi nuovi,
la brama di odore di inchiostro,
di ciabatte e abbonamenti in piscina.
Il pregustare il cloro che traghetta a nuovi pensieri
e magliette che stirate non lo saranno mai

ma pulite,
sempre.