venerdì 21 ottobre 2011

La fata turchina

Esistono solamente differenti livelli.
Sempre più profondi

noiosi nella scelta compiuta
non la svolta.
Mai la svolta.

Solo a un angolo,
che ne presuppone un altro.
Non ho più serbatoi di rassicurazione,
non lacrimatoi di prevenzione.

Scoccata la mezzanotte mi ritrovo immancabilmente a cavallo di una zucca ben più leggera della bava del ragno che l'ha arabescata.
Imbelle al bilico che le increspature creano.

Di colpo i colori si smorzano,
il freddo picchia e la nebbia non è più affascinante.
I denti tornano deboli e inutili.

Rimetto le scarpe,
armature alla vita terrena.
Il colore delle labbra si finge diverso.
Sogno di tutto in maniera sempre più confusa
meno acuta.

Torno nel mio bozzolo,
sotto il mio guscio, nell'involucro meno banale del suo nome, ma solo in parte.
senza cipria.

Le dinamiche entropiche e gravitazionali tornano al sapore metallico.

Ho avuto tutto il tempo di riaddormentarmi in quel lacerto di gioia
che si chiama calore residuo. Non diverso da quello di un cane.
Ho troppa poca materia per odiaR

Troppi stimoli aperti.
Ho freddo così senza prato,
restano solo mine pigre e traditrici sempre a litigarsi piccole coperte di polvere tra loro.

E ora ho tutto il tempo del mondo per starle ad osservare senza farmi nessuna corsa.

giovedì 13 ottobre 2011

giovedìgiallodeimatti

Una falce grigia mi ha pettinato stanotte,
un filo prima che prendessi conoscenza
apprendessi quanto corto avrebbero cercato di farmi il fiato anche oggi.

Mentre inspiro a pieni polmoni.

Posso nuotare, allontanarmi
stridere con l'aria e diventare un tizzone
ma divento più espansa ad ogni tocco
e la morte mi viene in braccio
culla di immagini vacue
fioche e tatteggiate di verdognolo appetitoso per vermi.

Sento tutto
anche venti,
metri sottoterra,
dentro allo stomaco di una balena sciolta
mucillaggine di mare aperto
alle ecchimosi a lido d'ape
di fiele.

Torno a non parlare
a scoppiare d'odio
alternato a fortunati schiaffi di opposto
e poco concorde al giorno
ma coerente al resto.

Germoglio anche se è ottobre


augurando la forca a chi
ha sputato sopra intelligenza di vita.


L'odio è cieco
l'amore spesso miope.

Fagioli di bile per oggi

che scenderanno
piano
lungo il colon

lenti
inesorabili
ferini

raschianti le interiora in rete di metallo

dilavate

urlano
dai pori