giovedì 16 settembre 2010

Uno a uno a uno a due

SBRAM disse il tavolo,
dopo 5 bottoni in meno al loro posto.

Con la mano poi ti ho imitato ma il tuo era unico
io avevo 4 dita.

Poi ci ho messo un piede.
Poi mi sono alzata,
mi faceva male la schiena.

Poi mi hai picchiato,
ma io ridevo, cioè, ghignavo...

mi brillavano le caramelle neglio occhi,
il mio cocktail per colorare l'orizzonte deformato
dal tuo tocco turbolento.
Ero così felice di non essere libera di raggiungere stati migliori.

So solo che la scrivania è sempre divertente,
ti separa da un sacco di persone
e può unire te con numerossissimi stronzi.

Basta pulire tutto, tagliare i capelli,
per sapere di non riuscire a dimenticare nemmeno con le tasfusioni...

le narici hanno la memoria lunga, più di me.








(Non trema più niente nelle pagine, ero io prima che non le sapevo spogliare
dalla polvere. Colpa delle mani.
Sempre di qualcos'altro.

E l'ho capito solo stando terra sulla pelle,
senza contare i mesi, limitandomi ai numeri)