domenica 12 ottobre 2008

Le parole che ti ho detto

"Ho messo via un po' di rumori
dicono cosi si fa
nel comodino c'è una mina
e tonsille da seimila watt.

Ho messo via un po' di illusioni
che prima o poi basta così
ne ho messe via due o tre cartoni
e comunque so che sono lì.

Ho messo via un po' di consigli
dicono è più facile
li ho messi via perché a sbagliare
sono bravissimo da me.

Mi sto facendo un po' di posto
e che mi aspetto chi lo sa
che posto vuoto ce n'è stato, ce n'è, ce ne sarà.

Ho messo via un po' di legnate
i sogni quelli non si può
che non è il male né la botta
ma purtroppo il livido.

...polvere..
sia sui rimorsi che rimpianti
che rancori sui perché.
...il conforto di un cielo che resta lì."
cit. Ligabue

Aprirsi non garantisce sempre la stesura di un panorama incantevole davanti ai nostri occhi. Sul genere di quello che si godeva Liv Tyler dalla sua casa in pietra, quando ballava scalza scaglianado nell'aria le schegge del primo album delle Hole. Che dopo quel film mi chiedevo come fosse possibile fosse figlia di "boccadiforno"Aerosmith. Da allora anche per me è passato del tempo ed ho capito non solo che tutto è plausibile, ma anche che Steven Tyler è bello.
Insomma le ante le ho spalancate e quando non mi sono tornate indietro tatuandomi curiose srisce di lividi sul visino, non hanno rivelato terreni entusiastici. E' vero, spesso basta cambiare finestra, e spesso da quelle degli ambienti di servizio le viste sono migliori, tipo il cesso, un classico, dal quale di solito le inqudrature sul mondo sono sempre più interessanti diciamolo, anche per l'aura di necessarietà goduta dalla finestra del tempietto della defecazione.
Tuttavia spesso è occupato, o dà sulla tromba delle scale o,peggio, non ha finestre.
E io rischio di fare questa fine.
L'ho capito davvero solo ieri.
Due sole volte ho spalancato, dichiaratamente sincera, le imposte delle mie interiora situazionali.
La prima piangendo distrutta.
Per fortuna avevo di fronte una persona davvero speciale per me, che ha preso i miei organi in mano e li ha accarezzati senza sconvolgerne la posizione nel torace dell'emotività. Ha accettato la condizione del dolore, partecipandovi fianco a fianco: mi è andata bene.

La seconda volta mi sono aperta delusamente consapevole*.
Credendo inutilmente nell' intelligenza e nel rispetto universale, chè di errori tutti ne commettiamo. Tifando per la seconda possibiltà che ho concesso, anche perchè troppo orgogliosa per ammettere di aver ridato fiducia immeritata.
E mi sono trovata di fronte all'ennesima conferma -
testarda che non sono altro nel non dare retta alla spiazzante sincerità di intuito ed esperienza - che la definizione dell'assurdo di Camus, secondo cui nell' universo vige il paradosso e la vita umana è priva di senso, è la descrizione ideale di quello che vedo dal di dentro della feritoia.
Sforzarsi di trovare una logica l'ho quasi sempre trovato inutile se non deleterio. Dare un perchè alle nefandezze immonde che spesso crivellano il quotidiano è gran parte della storia della mia vita. E'un lavoro a tempo pieno e non lo rinnego, ma spesso lo ammetto a malincuore. E'il mestiere dell' ostinarsi a picchiare il cranio al muro, ben vestiti, con una giacca di coscienza autoesaminante e la cravatta della coerenza. E' credere di dare sfoggio della propria intelligenza allo specchio deformato da cui spiavano i propri occhi disincantati e senza voce. Invece la battaglia non è sul campo della comprensione ma su quello di uno stagnate masochismo cieco e autolesionista. L'accettazione come l'adattamento sono le parole d'ordine forse, tutte con la A, sembrano facili e sono tra le prime del dizionario ma le ultime in termini di apprendimento emotivo, almeno per me. Ho un carattere bellicoso, e non mi accontento mai. Spesso questa vena faustiana - che equiparerei ad una fede - conduce a non voler vedere la propria impotenza e piccolezza di fronte ad un cosmo del quale, se c'è, non possiamo comprendere l'ordine.
Tutto quello che ho scritto ora in modo a tratti leopardiano non è il risultato di una piccola, per quanto cocente delusione, ma dell' ennesimo estratto conto proveniente dallo sportello al centro del mio torace. Le casse non portano buone notizie e il salvadanaio ha finito le lacrime da tempo.
E i cocci sono pochi.
E non sono affatto preoccupata di rimpolpare il conto quasi in rosso a causa degli investimenti sbagliati. Non per disinteresse, ma perchè la voglio cambiare io "la vita che non ce la fa a cambiare me" anche se ne ammetto la tenacia invidiabile.





*"L' amore rende soli
ma è ben più doloroso
se per nemici e amici non sei più pericoloso.
La testa è così piena
non riesci più a pensare
che anche senza te
sipossa ancora respirare
tu uccidi ma non vuoi morire"
Afterhours

una piccola iena
solo se conviene

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ci han concesso solo una vita
soddisfatti o no
qua nn rimborsano mai....
tu@

Anonimo ha detto...

dipende dove li chiedi e se sei tesserato.
Se poi te la cavi bene sotto le scivanie prima ti fanno un calendario e poi ministro alle pari opportunità.
Ma non mi piacciono nè le mani sulla testa nè tantomeno la politica.
Per il resto...
insieme a te non ci sto più guardo le nuvole lassù?
ma col cazzo!

ps:le strade roppo strette, diritte ...che andare va bene però a volte serve un motivo ...che siam bravi a raccoglierci...
ecco tutta 'sta roba, mi ha rotto i coglioni: il mondo non credo sia mai stato un posto per "noi"e allora?


ti bacio immensamente
tua t_nulla