mercoledì 25 novembre 2009

G

Dentro una pancia di una balena è cresciuta una bambina con le orecchie da cavallo e le antenne da giraffa. Conosce solo il buio, il morbido e l'acqua. e' cieca come un'uomo senza occhiali, senza corrimano delle scale di casa.
Non è piccola ma sta raggomitolata.Le sue gambe formano una G dando ginocchiate al naso.
Sente solo la musica dalle cannette alle orecchie, bianche, lunghe, flessibili.
I vestiti sono la sua cartapesta.
Le sue mani non hanno mai creato nulla.
Il velo intonso sui suoi bulbi le ha conservato i lsuo mondo in placenta.

La tengo d'occhio da anni.
Sono molto invidiosa della sua coda, della sua onniscente ignoranza.
Dei suoi piedi atrofizzati in un paese soffice, madido
senza prospettive, solo con la gravità.

Pochi mesi fa ho comprato un fucile,
da un amico.
L' ho tastato per bene,
prima ancora l'ho osservato a lungo...
appeso ammiccante dietro all'amico e al bancone.
Da dentro la mia camicia di flanella con la coda dell'occhio ammiccavo.

Poi gli ho raccontato se poteva perforare le ossa di una balena.
Lui mi ha detto che certo!
Anzi,
era perfino esagerato. Dopodichè mi ha dato alcune raccomandazioni sul rinculo
e sulla cura che avrei dovuto tenere nel lucidarlo.

Ho dormito con gli occhi aperti
su una coperta verde
per 4 giorni,
contando dal momento in cui ho smesso di parlare con il mio amico.

Ho preso la barca.
C'era un sacco di nebbia.
L'acqua era piatta. Si sentiva respirare la balena da lontano.

Le sono arrivato vicino, facendo le pale con le mani nell'acqua.

Ha fatto la scontrosa ma stava quieta.

Sapeva che avevo un fucile.

Sapeva di intorpidimento,
di troppa stanchezza per avere paura,
anche di me.

Dal mirino scorgevo la bambina,
era appena sveglia.

Ho detto bùm.

Da lì mi ricordo solo una distesa rossa,
il freddo
e l'ovatta nelle orecchie.

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