tinulla e la tenda albanese
giovedì 18 aprile 2013
Giovedì di pesce
giovedì 24 gennaio 2013
In nomine
mercoledì 19 settembre 2012
Infeltrire
l'opposto di ora, in cui c'è troppo del contrario,
ma solo fuori.
L'impalcatura filamentosa raggrinzisce pomodori cenerini
un rosso funereo.
Confondo i numeri ma non le case,
i tempi ma non le pelli
e i denti, tutti insieme nel catino di unghie,
tutti senza più carezze di legno apparente.
Se sento questo stuono li perdo tutti,
bruxismo gengivale,
una larva coi capelli,
col sonno di pomice blu.
Riconosco il seguace di un opilione familiare,
successore
di un vanitoso in una bolla piena di rugiada.
Corre sulla pancia gonfia di mia nebbia,
scontenta
Le dita dei piedi piccoli piselli
ambiente, tondi e tagliati
nel mezzo.
Una carezza avorio nella placenta.
Ho sempre più caldo.
senza una casa
si impara a catturare i raggi.
Non aspetto più niente.
ronzano le punte dei capelli
lancette dei primi e delle ciglia
dei secondi.
giovedì 21 giugno 2012
La zappa di cotone
da quando il mio naso si è fatto più largo.
Ha la voce alta lui, anche troppo ed è una bella voce.
Ha un tono imperioso,
a cui il cervello non può rinunciare
il resto gli ha sempre obbedito.
Intere sfoglie di pelle grattata si seccano al sole.
Sono seppie, con l'inchiostro che zampilla
vivo
soffocato dalla protezione pellicolare
di un ventricolo fin troppo schiuso.
La cecità l'ho persa in viaggio,
una svista saggia, fondamentalmente ponderata
non come la sfiducia, ignorata da sempre.
Non puoi avere quello che chiedi sta volta è una frase che mi riguarda solo in parte,
un riflesso mobile.
(Ti ho lasciato la mano solo per poco stomaco,
visto che sono tornata?
Mi chiami e io ti ignoro
sono spontanea nella finzionema,
ormai sai che torno sempre da te.
commercialista attento dei miei movimenti,
crudele esattore mattutino)
(Alterchi al piede veloce,
una volta libero sfonda muri
non aspetta più.
Non SI aspettava prima
nemmeno ora.
Controllo solo la serratura del cancelletto.
Sta dietro la cascata della retina,
protetto dai bulbi.
C'è da riassettare.
Gli invitati hanno fatto troppo fracasso.
E' ora di tornare a potare da sola.
In un giorno orale si sono seccati germogli fino alla terza generazione.
Perdonami orto,
conosco la tua comprensione
ma so che fà piacere sentire la verità
anche se poco in là è a capofitto,
muore secca in una fenditura rocciosa a strapiombo.)
domenica 6 maggio 2012
Un albero grande e trasparente come il mondo sporco
Alle armi con dei gerani mi spavento dei macropeli.
E' tutto nuovo tra le scaglie del riso che spalmo sul bordo del piatto.
La planata della novità.
Il guaio dell'intelletto vinto dall' esperienza non ancora solidale alle superfici dense.
Dei coriandoli eventualmente sopra la carta rilasciano aloni di colore.
E se perdo tutto
resta un fiocco leggero
l'esoscheletro di ciò che mi ha sfiancata.
Se sdraiando delle foglie di aloe non ho foderato nessuna parte del mio cervello,
nessun cassetto recondito nelle capillarità dell'impasto cartaceo,
posso tranquillamente dire di non aver soffocato nulla di importante
ma nemmeno di aver messo delle sequoie attorno che levassero l'aria e la luce.
Le ombre aiutano a giocare ma non fanno asciugare i panni.
A cavallo di ippocampi
nuvole ai piedi
ovatta in testa.
Le gocce si nebulizzano prima di arrivare al suolo
e sublimano la giugulare in una carota avvenente.
Ho tagliato le palpebre alle talpe,
hanno ruote oliate zampe e unghie
e cieli di triangoli e trapezi verdi.
Quadrifogli con l'ultimo pezzo a forma di cavolo - pecora.
Un lupo,
pelo di aghi,
appesi.
E' natale e non lo sapevo,
gli esseri appesi si parlano con gli odori.
Sali.
venerdì 2 marzo 2012
No other way cut off your legs*
Io sono questo giorno di silenzio,
la rabbia verso la plastica fusa aggrappata ai fili d'aria.
La provo a nascondere goffamente sotto i cuscini ma ne scende ancora di più,
copiosa e gravida di sciogliersi.
Le dita in scala di grigio intorpidite
follia che si impossessa
di
occhi concreti che redarguiscono,
vorrebbero proteggere fagocitando le vene.
Non è nemmeno più una lotta
sconto due condanne insieme
cercate all'osso e all'aria,
più di questo?
Temporaneamente cieca e morbida stavo meglio
che cartina al tornasole cingolata.
Le nuvole scoprono il mio globo blu
la radioattività imponderabile
manuale di estrusioni musicali
Un po' di mucosa scoperta
tra un pezzo e l'altro delle protezioni
è il termine di paragone del valore,
il nastro setificato per un gatto senza unghie.
Le ha perse sognando,
le ha espulse ritraendole
e invisibili penetrano le guance rosee a distanza di chilometri
e ti indebolirai
e senza accorgertene
finirai per terra,
ti sgonfierai,
resterai buccia
marcia
per meno tempo di uno sbadiglio.
La notte non pulisce il velluto delle interiora
e l'oggetto frantumato è rimasto
dentro,
qui
ha fatto tetto
e non aspetta paziente asportazioni.
E' solo cuneo
spigolato.
venerdì 2 dicembre 2011
Ematocrito
In sospensione aerea pulviscolo di ghiaia.
Le ore colano, il gastro freme di pigrizia e noia morta primordiale della giornata.
Oggi la spugna è il nome del martedì.
Se mi sdraiassero su un tavolo.
Mi sdraierai su un tavolo,solo quando lo dirò io.
Stracci disattento nella banalità in cui precipiti il velo che hai adorato mentendo non in sincerità lineare ma sulle profondità a cui si avventura la tua lama personale.
Salire le scale convulsamenteescher è lì a fare il geometra e bosch trapani diaboliciclaustrofobici,battaglieri.
Mi ci faccio la lama dei pattiniscorrere sul lago di polvere congelata,microdiamanti che soffiano che non conoscono le metropoli meridionali delle gocce.
Quel male lieve che ti avvolge aereo le caviglie.
Leggero lui,pesante tu.
Fammi scrivere ti prego tempo,lasciami toccare,permettere.
Non sputo in faccia a nessuno, promesso.
Inspiro a lungo due sole volte.Mi esplodono gil occhi in ghiaia rosso cina lacca.Vaticana,imperiosa,liscia.
Ogni granulosità raccolta in piccole sfere lucenti lubrifiche.Secche.
In ginocchio non mi metto, no nemmeno di nascosto,nemmeno con le frecce,i pugnali,le baionette.Scendo, salgo, spando,tutto da ferma.Solo in freddo bianco impune lo può faremi può vincere,sfilarmi la biancheria e rimetterla dopo il suo passaggio.
entro,firmo,sorrido educata in plexiglas elasticoe ti aspetto ancora. Amen