mercoledì 3 settembre 2008

Redini




Choc
ho paura.
di come riesco nella freddezza.
di come so mentire.
non a me.
non a chi brinda con me.


assurdo.
non sto perdendo la testa.


va tutto bene.
va tutto bene.
ci deve andare.


a tutto rimediansi.
tranne che alla falce.


il bisogno della coperta di Linus riporta lenzuoli criptici.
VIvidi e quanto basta ermetici.
La memoria sotto mentite e nuove spoglie fa brutti scherzi.


Sto scrivendo una mappa,
da stracciare continuamente.

Fammi dormire,
fammi accoccolare.
Pensaci tu a farmi l'aria necessaria per non avere nulla da fare per me.
Fa' nulla
per non farmi pensare.



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine. È la solitudine dell'innamorato, soprattutto se non corrisposto. Gli piglia una sorta di sogno paranoico, per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra sé stesso e l'oggetto del desiderio. È una storia parallela: da una parte c'è l'alluvione che ha sommerso Genova nel '70, dall'altra c'è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l'assenza, perché lei, in effetti, non arriva. Lui è convinto di farci l'amore, ma lei è con l'acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all'esercizio del proprio potere assoluto

Gert_dal_pozzo ha detto...

Che disegno paura!!!