giovedì 30 aprile 2009

I pettini tornano a galla grazie ai nodi









Mi sono illusa,
e non ci sono parole per dire quanto,
che la felicità mi riguardasse nella sua forma plurale;
che le parole mi distruggessero;
che nella quiete risiedesse il balsamo per l'interno,
sulla seduta dell'amaca anticamera
di una qualsivoglia serenità.
E invece è il silenzio a scorticare,
le mani inermi,
non le sberle sonore.
E mi torna la voglia di fumare,
di uscire con la scusa del tabacco,
o per comprare il liquido per le piante,
col suo odore acre,
superfluo e doppiamente fastidioso.

Ho voglia di mettere parentesi al tuo viso,
e una rete sul mio cuore.
Come si fa su una pietra,
perchè non cada in pezzi,
perchè i frammenti non diventino massi,
grazie alla ferocia insita nella velocità della loro caduta,
verso gli abissi
della sterilità
e dell'assenza di movimento
conseguenza del tonfo finale.

Nel mio sgabuzzino,
hai lasciato cadere polvere d'amianto,
sui petali di metallo
malleabile
scatola toracica della mia vista.

E ti ho lasciato fare tutto,
ansiosa di tenermi stretti anche i lembi di alghe che temo
e di cui sono fatte le tue braccia.

Ho scelto il mio cappio,
ma non tutti i boia alla tavola rotonda sono daccordo.

Mi infilo le scarpe sulle mani.
e cammino a testa in giù,
senza cercare nuove prospettive.



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