lunedì 25 maggio 2009

Altrimenti

Cioè, mica si può fare così. Eh, non vale, no che non vale.Che mi guardi dall’altro lato del tavolo, con il francobollo in mano, che mi ammicchi, mentre parli con l’ennesimo avventore PT che si lamenta allo sportello dei tagli alle pensioni, mentre il mio walkman ha deciso di stringersi ai miei due lobi improvvisando un lentaccio.Mentre mi guardi.
Eh no, non può andare avanti che io cambio posto, ora e colore e tu ti muovi tra gli scaffali a quel modoe inciampiamo nei sacchetti canarino trasparente dell’ esselunga.Non si fa, non ti infili davanti a me in coda al pane quando hai un profumo più buono del suo.Con la giacca appoggiata sulla spalla indichi l’etto di affettato che vuoi e lo fai talmente bene che mentre sorridi perfino gli steli piliferi della tua barba ubbidiscono alla tua pelle. /No, non vale.Mosse assolutamente scorrette, proprio quando ero fiera di aver imparato abbastanza bene a mentire.Che ad imperare siano i nuovi dettami del decoroso distacco, perbacco! Invece tu pisci fuori dal vasino e mi centri,ogni volta.
Che se mi sfiori è perché siamo aderenti sul tram, che è stretto e non si può fare altrimenti.Fingendo di ignorarci, e cercando di obliterare pensando che quasi quasi altrimenti si potrebbe anche fare./
E soprattutto non piove. E non posso dare la colpa nemmeno al tempo, al governo ladro, nemmeno a Tom Waitsper la mia ebbrezza semi molesta. Neppure alle gambe della cameriera sporta al bancone, troppo tornite e sfacciate nella loro coscienza di sé, che distolgono ragazzi, cugini e cani dalle loro conversazioni. Discorsi da cervello volutamente in libera uscita, alla periferia dell’intelligenza. Non sono certo loro ad aver cosparso il mio microcosmo di specchi che appoggiano sulla pelle il freddo delle loro cornee vitree e scrutano col periscopio che ghigna sornione. Non è nessuno dei loro occhietti a penetrare ogni camicia a righe e a trovartici, in tutte le pieghe sopra i risvolti, corone dei gomiti calorosi in primavera. E pensare che sono stata attenta a non mangiare troppi baci perugina, cazzo. A non abusarne, a evitare di usare font da cioccolatino.
Beh, se è così ti stenderò su un letto di lattuga, ti libererò dalle lumache che forano il tuo epitelio superficialeE in mancanza di pomodori mi affetterò liberandomi dell’acqua in eccesso. Ci possiamo mischiare,un po’ d‘olio, d’aceto, sale, origano.E, uber alles, di pepe. Nero.
Anche se sei lontano, le pentole continuano a viziare la cucina nelle mie narici con un aroma delizioso, l’aria profumata fa sempre bene.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

pani profumati e pesci origamati...ari,fondamentale che si moltiplichino,xk'...cazzo se ce n'è bisogno di ste cose.

kizz

tu@

Arianna ha detto...

ciao miciaaaa
no dormo da un mese tipo
e sono carica per domaniiii
ti bcio e mi addormo


sempre più tua


ps:mi hai portato molta fortuna