giovedì 11 giugno 2009

Evviva la Superga

Un doveroso Grazie.
Dopo il MIAMI.
Nella più tradizionale tradizione cultu_ale.
A tutti quelli che hanno accarezzato i denti di pesce e
se li sono messi in tasca, tra le mani o spillati sul petto.
(E che si sono comprati il mio nuovo Aperitif: a fake perfect life
drawn by an imperfect blu ).
E soprattutto a quelli con cui abbiamo barattato cose,
attimi,
esperienze.
Luci, vino, vettovaglie, cocktailss e quant'altro.

E un pensiero va alla delegazione torinese presenza imprescindibile e fissa della nostra dentiera marina.

Tra l'altro,
giusto oggi apro rumore
e ci trovo un bell' articolone espanso dal titolo "Torino 2009", incentrato sulla regia città sabauda e sulla scena cantautoriale che gorgoglia sull' humus di San Salvario.
Con orgoglio mi sento parte interessata alla cosa,
date le mie frequenti scorribande in loco, o giù di lì.
Infatti è grazie a questa elegante città (e se lo dice anche mio nonno non oso modestie accessorie verso le mie opinioni) che ho trovato il luogo adatto per riposarmi dalla Lombardia e appurare la mia passione per il disegno murale.
Ciò a parte,
la cosa importante è che in una fase viziata da una pioggia battente
di accuse contro le città italiane, minate da una gigante nuvola di Fantozzi,
Torino sopravvive grazie a creatività e spessore,
perfino a detta dei Torinesi stessi: dall' indigeno di mirafiori al fighetto del quadrilatero.

Da ex inquilina di Milano, che per quasi tutti è morta (io la trovo solo un paese con la metropolitana bello e crudele, con sindaci D&G), confermo che l'ombelico del Piemonte merita, e soprattutto,
come ricorda la testata musicale di cui sopra, è una città dove ci sarà anche il grigio ma cazzo, la primavera te la becchi amplificata poi.
Tipo,
uscire a bere praticamente gratis,
trovare abbastanza lavoro,
casa a relativamente poco,
il mercato tutti i giorni,
i concerti,
il Po...
le persone con cui parlare,
e senza essere in ferie.

Sarà che a Torino ho un' amica eccezionale,
che c'è una session costante tra vari soggetti a me cari dalle provenienze più disparate,
che c'è Superga e mi sento libera.
Che le case sono lunghe e sgarrupate come me,
che ci vado sempre con i migliori sentimenti e ci dormo da dio.

Che ho una persona che mi porta in giro di notte parlando a peste e corna del Toro e che mi fa fare lo pseudo r'n'r acrobatico terrorizzando i vicini;
che sfotto i francesi ubriaca al tavolo che poi stanno con noi,
e che il freddo non mi da fastidio,
che io la amo 'sta signora distesa e incoronata dalle cime.

E ci tenevo a dirlo,
che c'è spazio,
anche qui.
Certo, anch'io le ferie le farò a Berlino, che è figa,
che la musica, l'arte ecc
Ma a me sto minestrone etnico gettata della Mole me gusta.

E se va bene a me,
buon gianduja a tutte le facce di merda che ne parlano male,
o troppo bene.

2 commenti:

Giu ha detto...

S T U P E N D A T O R I N O!!!!

Il museo del Cinema, Il parco del Valentino!!!!
Uff quant'è passato, che voglia di tornarci! :°°°°)

Brava Ari, bel post!

:*

Arianna ha detto...

tornaciiiii
i ospesso ci "gito"...
please le tme know dear fashinatihng triestina.

many kisses



Ari