lunedì 14 settembre 2009

whatever happened


La testa non è più piena da non far respirare.
D'altra parte quello che ho appena fatto mi ha fatto stare meglio.Ma senza iene.
Lo aspettavo da tanto.
L'ho immaginato tante volte.
Sotto la tettoia dei miei nonni.Con la luna che fa
ombra, e solo il gatto che sa.Ma non gli interessa sapere.
Fa un giro e trova più interessante la notte di noi due.
L'ho baciato io
questo misto di pelle e
ricordi
e profumo buonissimo.
Mi illudo che per un attimo niente sia d'avanzo.
E' vero.
Ti amo davvero, ti amo lo giuro.
Ma chi lo sa poi.
E ti guardo senza sospetto.
E ci consoliamo,e ci aiutiamo a vicenda.
E' bello stare qui.A parlare piano.
E tu hai il foulard di mia nonna sulle spalle.
E io crollo,come una torta a tanti piani.
Perchè tu conosci la mia immaginazione.I miei peli.Le mie viste.
Anche quelle dalle prospettive cieche.
Non mi devo spiegare.
Guardo i tuoi occhi e i loro abissi.Stupendi.Freddi a volte.Capaci di fiammate. Ti avrei baciato per ore rimbalzando fra talloni e alluci sulla cornice di carne esteta della tua aria.
Invece ho dormito di onice calda. E il mattino vuoto, con le briciole del giorno prima mi ha lasciato perplessa:senza nemmeno il tempo per bere il tè.caldo.
Un cassetto della scrivani fatta di faggio di me stessa è stato aperto.E ora conosco lo spazio.L'ho imparato mangiando la carta colorata e unta di diperazionevolendo unicamente stare solae sapere che era evocativo di un sadismo privo di fascino.
Senza stima. Tiranno di tempo e fatica.
Ma tutto questo Alice non lo sa.Ignora che io conosco lo stregatto che spesso mi ospita sui suoi rami,sulla sua coperta a righe.
Ma soprattutto,dove cazzo sei adesso.Voglio alzarmi con te.
Confusa come sono.
Amata, impossibile per quello che ho in mente,ma soprattutto per quello che ho in mano.

foto courtesy of

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