mercoledì 18 novembre 2009

"che palle le mostre a palazzo reale"-elogio dell'assurdo




photo coourtesy of Roberto Salvaneschi

Domenica sera ho ascoltato degli occhiali parlare immobili e indemoniati su una testa rotante e indefessa dell'assurdità della vita, del suo palesarsi pratico sulla distesa infinita della pianura padana.
La follia.
Che argomento affascinante.
E crudele.
Soprattutto senza contegno, senza regole.
Apparentemente senza fine.

A me la follia ha fatto male.
Ha tolto molte parole, me ne sono fatta privare
rivestendo il ruolo di involontaria
assistente di fumatore ignavo e passivo.
Anche sessualmente,
nei confronti della gioia.

costantemente in pseudoapnea.

E adesso se chiudo gli occhi gli unici pesci che vedo fluttuare sono di carta,
di poesie che non posso aprire.

Non posso più,
per chissà quale logica,
un aneurisma gelato,
un senso
che non rispetto se non quando metto un pilota automatico talmente la ratio non appartiene più ai frammenti di novembre che non se ne leva.


Stamane osservavo la brina sospesa.
Sospesa in un limbo, stretto attorno all'albero di natale finto,
emblema perfettamente prevedibile nel suo disordine di accadimenti,
come le pieghe della carta di caramelle che stazionano precarie sul fondo della borsa dell'anno scorso.

A me ora ispira solo crudezza questa casualità,
interiora nel cellophane da 4 e 90 al kilo.
Probabilmente di un colore diverso dal neomorto che garantisce una sorta di commestibilità.


Dopo fatiche e sbrodolamenti di pertugi anali
la sorprendenza altalenantemente felice dell'esistenza annoia.
Forse sono solo presuntuosa nel credere di potermi permettere
di sonnecchiare conoscendo la sinusoide dell'umore degli eventi.

La miopia non mi ha salvato.

L mia pelle ci vede benissimo
e piange violenta come un neonato.


Un criceto, con la coda di uno scarafaggio
e il pensiero di una formica.
Mi agito solo per scadare il letto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Both BA and Iberia have on the agenda c trick been losing bread during the downturn as businesses