martedì 3 agosto 2010

Metti il cacio con l'arianna...@arcibloom


Sior e siori buondì,
con immenso onore posso presentarvi il lavoro a 4 mani id due ziovini bergamaschi realizzato in occasione della combo domenicale dell'1 agosto @arcibloom (BG).
Organizzatori della Kermessss i ragazzi di Cartilagine, nuovissimo e gratuitissimo magazine di illustrazione et art.
Il tutto si svolse in questo modo.
Bene, avete 6 ore, il tema è atlantide, buon lavoro.
Potevamo andare e moltiplicarci, ammazzarci, passare da casa per apparecchiare il tavolo alla nonna- e probabilmente gente l'ha fatto- o andarci pure a cercarla (fatto), tutto in liberta.
A me avevano dato buca. Poi passa a prendermi Cacio (aka Alessandro Lesi, oltre che splendido uomo bradipo invernale del divano di casa), cantautore di spessore, talentuosamente parlando.
Così, improvvisazione su improvvisazione abbiamo deciso di unire le forze e abbiamo partorito la storia di un pesce vecchio come Mike Buongiorno o forse più (da qui il nome), che dall'Europa seguì i flussi di migranti, valigia di cartone alla mano. Nella loro miseria vede gli umani leggeri e liberi, ricchi di sogni, cosa che fa esplodere in lui l'invidia, ne risveglia la disillusione e il cinismo. La nostra atlantide l'abbiamo pescata negli States, abbiamo scelto New York come sibolo di evoluzione, ricchezza e telo di proiezione di aspettative. Imperterrito ed eroso dal suo core di lische nero, il nostro acquatico aspetta solo che tutto questo mondo sopra la sua testa da sogno irraggiungibile diventi pane per il suo stomaco.
Ho scritto, cacio riscritto, arrangiato, e disegnato.
In attesa di reportage pubblicati sul sito della coloraterrima rivista di cui sopra, e di una registraizone del pezzo, vi metto un pezzettino del mio puzzle e il testo della nostra canzone.
Enjoy!
Mike
(di Lesi-Milesi, dirige il maestro Cacio)
Le mie pinne hanno visto il mondo
E conoscono l’egoismo delle bolle dei suicidi,
dei cappelli inutili.
Sul fondo del flutto ritrovo i trofei della finanza,
della corsa all’oro, della conquista della vostra
fame sazia.

Sono muto per scelta tra le pareti liquide
E metallo di chiglie che giacciono con me.
Tanti piedi sopra il mio tetto fatto di onde,
io stavo sotto i vostri occhi meravigliati
all’idea di aver attraversato il ponte,
un’isola val bene un oceano,
per un continente vecchio, presuntuoso
e ormai sconfitto.

Acqua e isole sono democratiche
Lasciano soli sulla propria rotta.
Entrate di prepotenza nelle vostre altissime città.

Che peccato che l’evoluzione
Non vi riguardi tutti,
che l’apice della ricchezza
non sia pane quotidiano.
La vendetta è il mio pasto,
non ne resterò indigesto,
negli abissi dei pescecani
rimangono stracci i sogni degli esseri umani,
frammenti distanti.

E la sveglia è un attimo,
un volo di rovine,
sconfitta inaspettata di fondamenta
senza disegno.

Non vali più niente
Egoista presuntuosa invadente
Nuova compagna di stanza
Respiro la tua distanza…

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