miriadi di palline di carta mi sballonzolano in volto,
oltre al vetro che attraverso l'ultima giorno,
per poche ore.meno di due.
mi tira la pelle,
ho la soletta tra pelle e muscoli, nervi.
non fa più male,
fa più male ma si beve cadente a ombrello.
mi annoio per l'ultima volta.
so che devo fare molte cose,organizzate
secondo un'agenda che non ha ore,
non ha riferimenti lineari.
molesto i capelli anarchici del lunedì,
i piedi serafici, enormi piattaforme di stabilità gravitazionale.
e sospendo il respiro, liberando i flussi
di pensiero e luce e urla e basta.
e mi sento libera.
ma a mangiare la parola per colorarla,
sono solo alla quarta lettera.
mi permetto
di vedere asini che volano senza dirlo per forza,
e ho il permesso di girare a cavallo del mio maiale da combattimento
e sonecchiare col mio armadillo di fiducia che fa dj set,
chiaramente coi miei tacchi e l'imbuto,
quello con l'occhiello per appenderlo
o per soffiarci e far le bolle che
dall'alto loro di sapone sembrano innocue,
dal basso meravigliose.
dal basso
ma fuori dalle carte,
nel taschino degli odori buoni,
tra i peli e i pori,
arrivi.
«I rapporti con gli animali sono proibiti,
il macello degli animali è permesso.
Ma nessuno ha ancora riflettuto sul fatto
che potrebbe trattarsi di un delitto sessuale?»
Karl Kraus
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1 commento:
Interessante questo post, mentre lo leggevo mi divertivo ad immaginare ogni singola parola e poi.. s'è concluso con l'idea di un macellaio.. che guarda caso sarà il soggetto dei miei prossimi scatti! Non ho parole.. complimenti per la creatività
FL
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