Le stilettate ai polpacci non le sento nel freddo,
non nella misura della fame delle 5.
E il caffè
il suo odore
non mi seda
le nubi che affaticano le palpebre
durante la notte
e lasciano il segno da sole scoperte dalla luna.
sotto o sopra la sciarpa
non ho più il coraggio di urlarti sulla nuca,
di dirti quel che nella bachelite della notte
mi crepa il midollo
e incurva le scapole
Mi risparmio i tuoi nomi,
fratelli,
ore piccole e impietose
ma non svanisci
nè ti palesi
e l'inerzia avanza,
occupa il bagno e ruba gravità
nonchè ossigeno.
Le cascate sono ferme,
i padiglioni colmi,
non c'è crisi tra le costole,
i polmoni non vanno in sciopero.
Ma le camicie si stringono,
i danni non possiedono macchina da cucire
e se gli ordini non avanzano
le giacenze non si smaltiscono.
Parlo da gatto,
da cicala
ma l'energia l'ha in mano la mia rivale,
senza la corda annodata che la rendeva tale
e ora del mio numero non sa che farsene.
Sono i passi e la loro somma che non fanno testo
e la libera capacità fisica s'imprime nelle ore senza
meridiana perchè purtroppo sono sincera,
di un verde mela che stona per ora.
e' tardi ma non ancora
sufficientemente
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