sabato 27 novembre 2010

"quello che 'mm'hai da dì ..."

Quello che mi devi dire avanzalo, tanto ti sollevo dal peso del buio da anni.
Appena percepisco il blu nevischio -fortunatamente- quotidiano, nel sonno, del clamore luminoso soffuso si ferma il silenzio.
Le ciglia prendono la tua temperatura e si polverizzano.
Le stanze son calde, travetino gelato sotto i palmi.
Sono la giostra del saliscendi under tre,
sono la pelliccia rubata alla mamma per non avere freddo sul balcone in febbraio,
per raccontarti orante proverbi muti di giorni confusi eppure eloquentemente assorbiti
da pareti troppo torbide e pulsanti.

Mi ti bevo, anche travestita da limonata
e senza nessun favore mi ricordi che sono solo
la paura di qeullo che mi rendeva un tartufo in lieve ritardo sulle date dell'asilo,
sulla coda per tornare alla realtà
e al perdono.

Mi bastano i tui raggi senza vittoria
per non provare domande
solo

Nessun commento: