venerdì 11 marzo 2011

Aria di vetro


Tutte le parole che non scriverò mai,
che penserò solo
dentro un vetro canterino senz'aria
sono da te.
In mezzo alle cime della fatica
agli angoli ottusi della carne e dei nervi
non ho mai conosciuto dolore più gande,
nè cuore più nero,
uno specchio che non s'incresperà mai,
solo carta e setole secche.
Basta dormirci sopra
che tanto non se ne va
che non si consuma.
Sei fisso,
per qualche ragione intrecciata
mi attorcigli le dita
e non devo più stare attenta a muoverle.
Negli alveoli
i tuoi atomi non si distruggono.
La memoria dei sapori,
netta, semiprevedibile
impavida.
I piccoli so io come farli dormire tranquilli
in una schiavitù reciproca,
di chiodi arrugginiti.
Una sfida dopo l'altra,
mi saluti ancora dalla riva.
Nessuno dei due sarà mai solo
anche senza il cuore
anche se sarà in custodia ad altri
le nostre statue invisibili,
dal naso smangiato
ederatrasparente-
dividono acque territoriali e non
e chiudono maniglie.

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