venerdì 16 luglio 2010

Vene e sangue secco

Prendersi nella gonna,
coperta fresca di montagna,
tutto il tempo
per guardare dall'abisso all'altezza degli occhi,
attuali o desiderati.

Avere il fuoco spento,
avere i piedi all'insù, con l'etichetta all'alluce,
ma per scherzo, solo per provocare.

Conati.

Ma c'è il sole sai?
Inspiegabilmente, nell'afa,
nell'esofago soffocato

nel mio bagno personale
c'è appesa una calza
che è lì circa da novembre,
con tutti i numeri,
i nostri. Sono esponenzialmente belli.

Poi c'è il tracollo.

Eroe nello zoo
di mostri
del mostro

che ogni tanto mi strappa la camicia
di tre volte più grande.

Entro,
cibo agli animali e
testa in lavatrice.

Spenta,
a gambe aperte
canto muta
in un cielo di buchi nel metallo,
tutto quello che non sussurro
nemmeno al cuscino
che mi riverbera
nelle orecchie

E' l'effetto dei tuoi sibili
sempre più velenosi
e sempre più lontani.

Arriva solo una frusta,
l'ultimo metro,
giusta, giusta

per la mia vita
mediosottile.

Non ci so ancora giocare, voglio stare sul fondo
e dato che non la metti via mi diverto con delle cerbottane
di meringa, di pane.

Soffio fortissimissimofuoridallacannuccia e
fumo dappertutto, mi si appanna la vista,
mi salgono le ansie, vengo meno a me stessa
è tutto bianco,
è solo un vestito,
che faccio fatica a togliere

2 commenti:

Anonimo ha detto...

I would like to exchange links with your site bicarbonatoegavetta.blogspot.com
Is this possible?

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny