sabato 12 luglio 2008

Nuvole a cosce in testa


grazie per la foto che non è mia


Il mio vero problema è che non mi sembra mai nulla abbastanza.
Poi mi guardo i piedi e invece capisco che un saggio limite spesso manca, perfino in natura.
Una considerazione bambinesca fatta toccandomi la vestaglietta anni 70 che, tra l’altro, credo sia pure più corta delle mie pinne.

-Dopo tre righe ho già perso il conto delle connessioni logiche che avevo in testa: vergogna…
Hih-

Dicevo,
nulla
mai
abbastanza.
Quel cazzo di modo di fare con sé stessi che ti fa restare in trincea anche quando non ce n’è bisogno, anche se sarebbe meglio dormire anziché rompersi i coglioni e veleggiare verso i malsani lidi della frustrazione futura, degna successione di una fustigazione presente.

Tipo adesso,
che avrei sonno,
ma fa così caldo che mi sembra di sudare freddo, che sono rimasta appiccicata al divano di Adri,
con un pomodoro sullo stomaco che è solo la punta dell’iceberg di tutto quello che vorrei concludere.
Che son qua in automator

Poivedi…
L’incoerenza, e neppure quella che rende più appetibili o curiosi…
Spesso deliberatamente ignoro che bisognerebbe urlare, per non essere comunque ascoltati
e comunque non demordere.
Prendersi gli spazi e avere costanza…impietosa e indefessa

FFFFffffffffffff…(dissolvenza)
Dice il saggio (il più recente di una breve ma preziosa serie):
Ari macheccchai?

Blablabla
E poi
Bla
Ma soprattutto
Balbla
Blablabla…

Il saggio mi placca e fortunatamente riprende le redini della situazione:
Ari, tieni duro, che fai già tanto e prima o poi ci passeremo tutti.
Aka
Famme finì a ggiornata ‘nzantapace, nun rompercazzo dabbrava sù chettevojobbene o stesso..

Non so, è vero.
A me è parsa una cazzata lìperlì,
che poi non è,
ma il tono ha sortito l’effetto del ghiacciolo al tamarindo nei pomeriggi in agosto,
sotto la tettoia di mia nonna.
Lo stesso che un sacco di donne proverebbero nell’apprendere che sua maestà the body
Ha la cellulite.
(troie crepate, io quando la vedo vorrei leccare altrochè!)

E adesso,
dato che il cielo mi aiuta con l’imbrunire,
(un modo elegante per non dire che mi sta mettendo un sacchetto del pam in testa),
mi faccio la ceretta staccando il pc dalle cosce,
e mi addormento pensando che sto così solo perché non voglio solo trovare casa
ma cerco un castello,
vista mare, su due piani con attico soppalcato,
muri fonici,
pietre a vista,
centro isola che c’è,
a rate tassozero,
e molto caldo…
da carne fresca…
e soprattutto con mente avida…

ronf…

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