martedì 6 aprile 2010

Loggione


Pugnali di ghiaccio fendono l'aria in mezzo ai fili
al centro dell'erba
mentre proteggo delle piccole gambe in braccio,
che non mi apparrtengono e si stringono a me.

Incredula sono nauseata dai sapori forti di gioia e
pulsioni amaranto, di fiumi e fluidi.

E al quanto poco valore,
a quanto poco odio,
a quanto vuoto
a quanto pesante sarà guardare oltre il fumo
e scoprire che avevamo torto.

da tutto questo non devo proteggere
proprio nessuno.

La prova della tua forza nella mia erosione.

Povertà di mezzi,
d'intenti,
di obiettivi.

Per sporcare di benzina la pista,
per vincere
contro la ricarica.

La gente persuasa convinta che sia bella la vita col sole nel cielo d'estate.

Poi il vento finisce,
accarezzo la piccola testa adagiata su di me,
i capelli petalo,
e torniamo a seguire rotolare
i colori
che hanno forma di sfera.





E lucevan le stelle,

ed olezzava la terra

stridea l'uscio dell'orto

e un passo sfiorava la rena.


Entrava ella fragrante,

mi cadea fra la braccia.

O dolci baci, o languide carezze,

mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli!

Svanì per sempre il sogno mio d'amore.

L'ora è fuggita, e muoio disperato!

e muoio disperato!

E non ho amato mai tanto la vita...

Nessun commento: